CCNL Sanità: prosegue il confronto per il rinnovo contrattuale

Le OO.SS. chiedono migliori condizioni di lavoro e maggiori stanziamenti economici. Il confronto è aggiornato al 29 luglio

La Fp-Cgil ha reso noto, con un comunicato stampa, la prosecuzione della trattativa per il rinnovo del CCNL del comparto Sanità pubblica 2022-2024. Il testo inviato dall’Aran è stato posto al vaglio delle OO.SS. e la Fp-Cgil ha espresso l’importanza di individuare una serie di modalità che possano rendere da un lato più attrattivo il settore e dall’altro funzionale. Su questo punto la gestione, tra le altre cose, delle ferie diventa fondamentale, in quanto troppo spesso soggette ad abbattimento indotto o forzoso da parte delle organizzazioni sindacali. La Sigla non si è dimostrata disposta ad arretrare sulla questione della pronta disponibilità, già ottenuta nel precedente rinnovo. Inoltre, è importante anche individuare dei meccanismi di tutela in un contesto di progressivo invecchiamento dei lavoratori, rendendo l’organizzazione del lavoro meno rigida e più attenta a quelli che sono i bisogni dei singoli, investendo sulla formazione e riservando almeno 2 ore a settimana all’aggiornamento professionale e ad assolvere agli obblighi in materia di Ecm. 
Dal punto di vista delle relazioni sindacali Fp-Cgil rimarca quanto sia indispensabile che i sindacati si riapproprino del dibattito su numerose materie contrattuali che invece, ad oggi, lasciano all’azienda la facoltà di prendere decisioni senza passare per la contrattazione. Un maggiore coinvolgimento dei sindacati fa sì che disposizioni come lo sfruttamento di professionisti in luogo di una carenza di organico venga evitato. In questo solco si inserisce la proposta dell’Aran dell’aumento dell’orario di lavoro. A questo e ad altri punti di mancata convergenza, la risposta delle Sigle è la mobilitazione al fine di rivendicare più risorse per finanziare il contratto, in modo tale che possa essere garantito un salario adeguato e condizioni di lavoro migliori. Il tavolo di contrattazione è aggiornato al 29 luglio.

CCNL Funzioni Centrali: salario accessorio per il personale all’estero del ministero degli Affari esteri

Con la rideterminazione dei fondi del 2019, 2020 e 2021 sono stati stabiliti i nuovi importi del salario accessorio per il personale all’estero 

Dopo la stipula definitiva di ieri all’Aran entra in vigore la sequenza contrattuale relativa al personale a contratto a legge italiana in servizio presso le Rappresentanze diplomatico-consolari all’estero, secondo quanto era stato previsto nella dichiarazione congiunta n. 4 del CCNL Funzioni Centrali 2019/2021. L’entrata in vigore della coda del contratto permette finalmente di rideterminare i fondi del 2019, 2020 e 2021, utili al riconoscimento del salario accessorio per il personale all’estero del ministero degli Affari esteri.
Poiché al personale sopra descritto non sono attribuibili i benefici economici previsti per il personale dei ministeri dal CCNL 9 maggio 2022, il Fondo risorse decentrate per il personale assunto a contratto a tempo indeterminato presso le sedi estere di cui all’art. 2, CCNL 19 maggio 2020, è incrementato, in luogo dei predetti benefici non attribuiti, dei seguenti importi pro-capite annui:
209,00 euro per l’anno 2019;
− rideterminati in 423,00 euro per l’anno 2020;
− rideterminati in 1.005,00 euro a decorrere dall’1/1/2021.
Gli importi pro-capite di cui sopra sono sommati al valore medio pro-capite già determinato ai sensi dell’art. 2, co. 4, CCNL del 19 maggio 2020. 
Inoltre in materia di assenze per malattia è stato previsto l’incremento dei giorni a retribuzione piena in caso di malattia da 90 a 120.

 

Maxi deduzione costo del lavoro, emanato il decreto attuativo

Il Dipartimento delle finanze del MEF ha pubblicato on line il provvedimento contenente le modalità applicative dell’articolo 4 del D.Lgs. n. 216/2023 (D.M. 25 giugno 2024).

Il D.M. 25 giugno 2024 emanato dal Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, riguardante le modalità di attuazione dell’articolo 4 del D.Lgs, n. 216/2023 è stato pubblicato sul sito del Dipartimento delle finanze del MEF.

Il provvedimento dispone per i titolari di reddito d’impresa e gli esercenti arti e professioni, per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, ai fini della determinazione del reddito, la maggiorazione del costo del personale di nuova assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, nonché una ulteriore deduzione in presenza di nuove assunzioni di dipendenti, con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, rientranti nelle categorie di lavoratori meritevoli di maggiore tutela (Allegato 1 del citato D.Lgs. n. 216/2023).

I beneficiari

I soggetti che possono beneficiare della maggiorazione sono (articolo 2):
– i titolari di reddito d’impresa: ovvero, le società di capitali ed enti di cui all’articolo 73, comma 1, lettere a) e b), del TUIR; gli enti non commerciali di cui all’articolo 73, comma 1, lett. c), del TUIR, limitatamente ai nuovi assunti utilizzati nell’esercizio dell’attività commerciale; le società ed enti non residenti di cui all’articolo 73, comma 1, lettera d), del TUIR, in relazione all’attività commerciale esercitata nel territorio dello Stato mediante una stabile organizzazione; le società di persone ed equiparate di cui all’articolo 5 del TUIR e le imprese individuali;
– gli esercenti arti e professioni, anche in forma di associazione professionale o di società semplice, che svolgono attività di lavoro autonomo ai sensi dell’articolo 54 del TUI.

L’incremento occupazionale

L’articolo 4 del D.M 25 giugno 2024 prevede le modalità con le quali determinare l’incremento occupazionale. Al riguardo, il comma 1, dispone che l’agevolazione spetta nel caso in cui il numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, al termine del periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, è superiore al numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupati nel precedente periodo d’imposta. 

Determinazione della maggiorazione

Il costo da assumere ai fini della determinazione della maggiorazione è il minore fra (articolo 5) :
– il costo effettivamente riferibile ai nuovi assunti, quale risulta dal conto economico ai sensi dell’articolo 2425, primo comma, lettera B), n. 9, del Codice civile;
– l’incremento del costo complessivo del personale, classificabile nelle voci di cui al medesimo articolo 2425, primo comma, lettera B), numero 9), del Codice civile, rispetto a quello relativo all’esercizio in corso al 31 dicembre 2023. 

Infine, l’articolo 6 del provvedimento in argomento rinvia alle ordinarie regole in materia di accertamento, sanzioni, riscossione e contenzioso previste per le imposte sui redditi, ai fini della verifica della corretta fruizione dell’agevolazione.